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Sentieri Selvaggi

"OTTIMISMO DEMOCRATICO" DI ANTONIO REZZA E FLAVIA MASTRELLA

13/01/2009

Con Ottimismo Democratico la Kiwido colma, prima di tutto, un vuoto rendendo finalmente disponibili in DVD un’ampia selezione degli innumerevoli corti (mai distribuiti neanche in VHS) realizzati da Antonio Rezza e Flavia Mastrella durante gli anno ’90, premiati in vari festival e che tanta parte hanno avuto nel rendere (frammentariamente, sporadicamente, clandestinamente) visibile (e riconoscibile) la fisionomia di Rezza, soprattutto grazie ai passaggi a Fuori Orario e Blob, ma anche al Pippo Chennedy Show.
Flavia Mastrella spiega così la genesi dei corti “I cortissimi sono figli della trance li realizzavamo soli partendo da dialoghi scritti da Antonio e poi era tutto un lavoro sul corpo, lo spazio, sulle espressioni, e la mitizzazione…la voce aspra scandiva il ritmo delle immagini; parlavano di concetti basilari dell’uomo, solo, misero ma straordinariamente umano.”
Dunque, è possibile notare una prima importante differenza rispetto al loro lavoro teatrale, dove le scenografie/istallazioni della Mastrella nascono in maniera totalmente autonoma rispetto ai testi di Rezza, che peraltro non sono mai totalmente scritti in quanto “la scrittura è una cosa che si fa seduti mentre il teatro in piedi”, come ama sottolineare l’autore, anche per marcare la distanza dal teatro di narrazione che per lui resta una forma inferiore di teatro.
Nei corti, dunque, le immagini sono “al servizio” del testo e (come per vendetta) tendono a relegare il protagonista in spazi angusti, in posizioni distorte, scomode, al limite del possibile … paradossali come le situazioni narrate attraverso i cortocircurti del linguaggio che li caratterizzano. Sempre per paradosso le immagini NON sono in movimento, nel senso che nei corti le inquadrature che si alternano sono tutte rigorosamente a camera fissa; in un certo qual modo, non siamo noi a seguire i protagonisti ma sono loro che vengono da noi per farsi (costringerci? ad) ascoltare.

IL DVD
Interessante negli extra il documentario Il passato è il mio bastone (presentato all’ultimo Festival di Venezia) nel quale si alternano frammenti di girato durante le realizzazione dei corti, con interviste a vari critici (da Ghezzi a Silvestri, da Della Casa a Ferzetti) sul senso del cinema di Rezza e Mastrella. L’elemento forse più interessante e il tentativo di dare a queste due parti inconciliabili (le schegge e la critica) un’unità d’insieme nell’unico modo possibile, e cioè facendo dei critici gli inconsapevoli attori di un ultimo ipotetico corto. Utilizzando i fuori onda (un po’ come nei documentari di Ciprì e Maresco), o inquadrandoli da angolazioni inusuali (Ghezzi).
Completa il pacchetto, un libro fotografico di 60 pagine a cura degli autori con dieci anni di produzioni originali, visionarie e surreali immortalate da Martina Villiger.