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Il giornale

L'ERMETICO NATALE DI REZZA, UN DVD CON I VIDEO "CULT"

22/12/2008

Antonio Rezza, chi era costui? Adorato dalla cerchia (ristretta ma sempre più ampia) dei suoi “fan”, l’artista è un fenomeno unico e raro nell’asfittico panorama teatrale e cinematografico italiano. Non un semplice attore, men che meno un cabarettista, anche se nei suoi spettacoli si ride a crepapelle.
Grazie al riuscito connubio con Flavia Mastrella, che cura l’allestimento e non solo, Rezza sembra uno dei fantastici marchingegni polimorfi da lei inventati. Un corpo a geometrie variabili, mai scontate. Un fluido che scorre sul palcoscenico e anche sul set (curatissimo nella sua apparente devastazione) di questi primissimi “corto”, diventati vero “cult” per il pubblico degli iniziati. Il videopercorso va dal 1990 al 1999.
La costante caratteriale di questi lavori non può che essere la presenza del corpo tragicocatastrofico e della parola (ipnotica) di Rezza. Le storie raccontano di una cultura in decadenza: i film sono realizzati a basso budget e risentono delle influenze stilistiche dettate dalla tecnologia.
Questa carenza conferisce a ogni “corto” un ulteriore carattere espressivo e lo definisce fino a farlo trasudare amaro. Nelle storie, nella voce e nelle ambientazioni tutto è denso di atmosfere e le inquadrature (scelte dalla Mastrella in un sinergico rapporto con l’attore) intrappolano il corpo in uno spazio estraniante dove, nell’insieme frammentario, il protagonismo di un’umanità pedante campeggia meschino e estremamente comico.
Si tratta di dieci anni di produzioni originali, visionarie e surreali immortalate da Martina Villiger nel libro fotografico curato dagli stessi autori. Il dvd contiene inoltre il documento inedito “Il passato è il mio bastone”, presentato (e premiato) al Festival di Venezia 2008, con immagini del girato mai montato e con interventi critici di Cristina Piccino, Steve Della Casa, Giovanni Spagnoletti, Fabio Ferzetti, Marco Dotti, Paolo D’Agostini, Morando Morandini, Enrico Ghezzi e Roberto Silvestri. Ma se il filmato critico aiuta nella comprensione di un duo artistico che fa dell’ermetismo estetico un’interessantissima sperimentazione, alcuni di questi “corto” si impongono per la fulminante capacità espressiva. In particolare: “Fiorenzo”, girato nel ’95, “Hai mangiato?” (1997), “Virus” (1997). Si tratta di creazioni nelle quali la geometria degli spazi e dei vuoti si rispecchia nell’interpretazione di Rezza, dal risultato amaro se non disperante, ma irresistibilmente comico.
Flavia Mastrella e Antonio Rezza hanno realizzato numerosissimi cortometraggi, tre lungometraggi, nove performance teatrali, diverse trasmissioni televisive ed opere artistiche e letterarie.

Fino al 31 dicembre saranno anche al Teatro Vascello di Roma, dove ripropongono una performance trascinante: “Fotofinish”, storia di un uomo – racconta Rezza – che “si fotografa per sentirsi meno solo. Apre così uno studio dove si immortala fingendosi ora cliente ora fotografo esperto. E grazie alla moltiplicazione della sua immagine arriva a credersi un politico che parla alla folla, una folla che non c’è. Tra un comizio e l’altro arriva a proclamarsi costruttori di ospedali ambulanti che si spostano direttamente nelle case degli ammalati…”. L’uomo solo impazzirà poco a poco, ma mai completamente. Solo quando è costretto a mettere un cane a difesa della sua abitazione capisce di essere solo e di essere lui quel cane posto a tutela della proprietà. “Ma con un colpo di coda inaspettato torna da cane a politico e accusa gli elettori di non aver capito. Di non aver capito che nulla è mai esistito. L’unica cosa che esisteva era la sua solitudine. Che non può essere fotografata perché la solitudine è l’assenza di chi non ti è vicino”.